venerdì 15 gennaio 2010

controcurve III (tematiche tratte dai Dialoghi, dibattute in modo superficiale ma a volte stimolante, e forse meritevoli di un serio approfondimento)

E' importante che Glenn Gould alla fin fine non sia diventato un buon rallista?. E' vero, gli capitò di suonare in condizioni avverse, tuoni, pioggia, vento disturbavano l'esecuzione, il pianoforte era sempre di traverso, scivolando di qua e di là, bisognava anche evitare il pubblico che aveva invaso il palcoscenico, un pò per ripararsi dagli agenti atmosferici, un pò per stare vicino ai virtuosi alle corde e ai fiati; l'orchestra cominciò a sbandare da tutte le parti, ingovernabile, e poi ognuno per conto suo, vanamente inseguiti dal direttore d'orchestra; rimase solo Gould, provando a tener dritto lo strumento, con potenti walking bass con la sinistra, cercando il controcanto con i cluster pestati con la destra, strazianti ma necessari per tenere in equilibrio il piano. Si accorse che, mantenendosi sempre vicino al limite, si stava divertento; così cominciò
la sua deviazione sugli sterrati della musica. Altri l'avevano fatto prima di lui, Stravinsky scrisse l'Ebony Concerto per Woody Herman, ma vogliamo dire che è stata la sua opera migliore? Anche Valentino Rossi ha fatto le sue belle figurette, è vero, ma da qui a dire che ha sbaragliato il campo al Rally di Monza o alla 6 ore di Vallelunga... Non tutti sono Sandro Munari, per dire, o Jacky Ickx, o Keith Jarrett; vogliamo aprire un dibattito?

1 commento:

SuperG ha detto...

Penso che lo vogliamo.
Però ora vado a casa e parteciperò più tardi, o al limite domani. Così come mi viene. Sullo sterrato